Ho appena finito di guardare le prime due puntate della nuova serie Apple "Foundation", tratta dall'omonima serie di libri di Isaac Asimov.
Per chi non avesse visto la serie o letto i romanzi attenzione, da qui in poi spoiler, clicca per mostrare il resto.
QUI SPOILER!
Provo a dire cosa mi ha convinto e cosa no della nuova serie, in ordine rigorosamente sparso.
Realizzazione visiva.
Niente da eccepire, effetti speciali ben curati e di ottima qualità, un esempio su tutti, la rappresentazione del motore per il viaggio più
veloce della luce, tra le più originali che abbia mai visto.
Straordinari gli altri elementi scenici: l'ascensore orbitale, gli interni, i costumi, gli affreschi.
Sontuosi e originali, confermano la mia teoria che, per capire quanti anni nel futuro è ambientata una serie,
basta guardare la dimensione dei colletti degli abiti.
Poco riuscita invece la biblioteca imperiale.
Il luogo che raccoglie tutto lo scibile della galassia sembra una versione ridotta di Hogwarts.
Abbastanza deludente la rappresentazione di Trantor. Star Wars ha saccheggiato a piene mani l'immaginario dei romanzi della Fondazione
e purtroppo la capitale dell'Impero è davvero troppo simile a Coruscant.
Eppure sarebbe bastato poco per renderla davvero iconica, magari usando la descrizione originale di Asimov di
un pianeta reso asimmetrico dai pannelli di dispersione del calore che si dispiegano sul lato notturno.
L'ascensore orbitale, comunque straordinario, non riesce a rendere Trantor iconico come avrebbe meritato.
I personaggi
Una parte dei cambiamenti nei protagonisti e nella trama sono originali e gestiti bene, e non parlo del banale "gender-swap"
che va tanto di moda e del quale poco mi importa.
Ho trovato davvero molto interessante il "triumvirato genetico" dell'imperatore, forse l'unico cambiamento
che arricchisce e attualizza la narrazione rispetto ai libri di Asimov, con possibili sviluppi molto interessanti.
L'approfondimento psicologico e ai dettagli dell'ambientazione donano maggiore spessore anche a Gaal Dornick.
La cultura del suo mondo d'origine e le conseguenze sul suo carattere e sulla visione del mondo del personaggio sono originali e la rendono molto
più tridimensionale rispetto allo scialbo e semplicemente "provinciale" matematico che arriva nella grande città.
Ma proprio il personaggio di Gaal Dornick porta al primo punto debole della serie: la storia d'amore.
Era davvero necessaria? Secondo me no, ma probabilmente è uno dei punti da inserire assolutamente secondo il manuale
"Come scrivere la sceneggiatura perfetta per il pubblico statunitense".
Inoltre è così stereotipata da farmi sospettare che il cambio di genere di Gaal Dornick sia stato deciso al solo scopo
di giustificarla, sensazione confermata dal fatto che Raych Foss sembra vagare tra le scene senza alcuno scopo
se non attendere il risvolto sentimentale della trama.
Galleggia, fa il palo quando parla Hari Seldon e neanche il "plot twist" finale in stile thriller riesce a valorizzarlo.
E qui arriviamo al problema principale della serie: la caratterizzazione dell'importantissimo Hari Seldon.
Quasi caricaturale, una delle peggiori interpretazioni di Jared Harris.
Il suo conflitto con Raych Foss ha il solo scopo di rendere personaggio un po' più "opaco".
Molti dubbi anche sulla gestione di Eto Demerzel. Svelare la sua "roboticità" a inizio stagione
mi sembra uno spreco difficilmente giustificabile. Ammetto che, dopo tutti questi anni, non poteva certo essere un plot twist...
La trama
A un certo punto c'è stato un riferimento che mi ha fatto rabbrividire: un brevissimo accenno alle "guerre dei robot".
Una "Jihad Butleriana" in "Foundation"? Che tipo di guerra? Eto Demerzel ha già mostrato la propria notevole "elasticità" nell'interpretazione
della prima legge della robotica, ma una guerra tra uomini e robot asimoviani come potrebbe essere giustificata?
Ci sono troppi pochi elementi per capire e per il momento sospendo il giudizio, ma se dovessi vedere una rivolta delle
macchine in stile "Terminator" o "Matrix", credo che smetterei di seguire la serie.
La deviazione più importante della trama rispetto ai libri è sicuramente l'assassinio di Hari Seldon da parte
di Raych Foss.
La principale conseguenza è che l'ideatore della psicostoria e il suo più geniale collaboratore,
invece di mantenere il ruolo di pilastri morali del periodo epico della nascita della Fondazione, spariscono immediatamente, con la promessa di un possibile
ritorno per Gaal Dornick. E qualcosa nella testa urla Frank Poole! Frank Poole!"...
Sospetto che Gaal Dornick verrà usata come chiave di volta della trama, un punto di riferimento in una narrazione che
in origine era multigenerazionale.
Qualcosa da dare al pubblico come elemento di affezione, per non disorientarlo con personaggi che appaiono e scompaiono con le crisi a venire.
Continua...