Carne della mia carne.

Il malaugurio impregna quei tendini.

La festa per la nuova triade matrimoniale era finita da poco, qualche bambino giocava ancora tra i tavoli, mangiando di nascosto i bocconcini di sanguinaccio dolci e speziati che erano avanzati dal banchetto di nozze.
La Cicatrice Principale era in penombra, i gangli luminosi attenuati, gli abitanti del villaggio del turno diurno erano tornati alle loro occupazioni, gli altri alle amache e ai giacigli, pervasi dalla stanchezza soddisfatta che segue l’euforia caotica dei festeggiamenti.
Nella periferia, nei muscoli oltre le tende del mercato, una squadra di taglio stava ricavando una nuova ciste abitativa per fare spazio alla nuova famiglia, quando una sacca di pus esplose dentro la carne fresca. Fu una fortuna che il corridoio a valle fosse già stato messo in sicurezza e sigillato con un nuovo sfintere, le vittime si limitarono a un anziano Maestro di Incisione e due novizi.

Gli abitanti, allertati o svegliati dalle contrazioni causate dai crampi ai muscoli sottostanti la Cicatrice Principale, si mobilitarono per mettere in sicurezza l'intaglio e passarono i battiti successivi a drenare dalla camera i liquami sotto pressione.
Solo al cambio turno successivo riuscirono a recuperare le preziose lame d’ossometallo e i corpi semi digeriti dagli enzimi.

La nuova triade, andando contro la decisione del Plenum, si rifiutò di abitare in quella parte della Cicatrice e chiese che venisse scavata una nuova ciste per accasarsi più lontano.
"Il malaugurio impregna quei tendini" ripetevano incrociando le braccia e le dita negli antichi scongiuri. Il Plenum diede ascolto alle rimostranze, un Magister benedì un nuovo muscolo e mise così fine alle discussioni, ma non ai malumori e ai cattivi presagi.