Seconda parte delle mie considerazioni sulla serie "Foundation" su AppleTv+.
Per chi non avesse visto la serie o letto i romanzi attenzione, da qui in poi spoiler, clicca per mostrare il resto.
QUI SPOILER!
Asimov e la Storia.
Nel ciclo della Fondazione la narrazione del Tempo ( maiuscola intenzionale ) è forse la parte più problematica
da gestire in una trasposizione cinematografica.
Nelle "crisi Seldon", i protagonisti, per quanto memorabili, restano sempre ombre in mezzo allo scorrere dei decenni e dei secoli, persone che nascono,
gestiscono la nuova crisi e spariscono, diventano capitoli nei libri di storia. Nei romanzi di Asimov si può percepire la Storia che si svolge
insensibile alle decisioni umane, se non per i pochi punti focali delle "crisi".
E in effetti i protagonisti hanno ben poche scelte, i binari impostati da Hari Seldon non consentono deviazioni, l'inerzia degli eventi
surclassa ogni capacità dei personaggi. Seconda Fondazione e Mule a parte.
Ho invece l'impressione che gli autori abbiano scelto di "comprimere" i tempi. In quest'ottica si capiscono alcune modifiche alla trama originale.
Faccio un esempio: il regno di Anacreon.
Tra i protagonisti della prima "Crisi Seldon", la presentazione di Anacreon avviene decisamente in anticipo rispetto al libro.
Grazie alla trovata dell'attentato, l'Impero punisce Anacreon con un bombardamento orbitale, giustificando così l'arretratezza del pianeta
nei confronti della neonata Fondazione. Arretratezza causata quindi dall'improvviso genocidio piuttosto che dalla lenta decadenza prevista
dalla matematica della psicostoria.
Mentre nei romanzi i veri protagonisti sono il Tempo, la Storia, lo svolgersi inesorabile degli eventi, nella serie invece si punta
principalmente sui personaggi.
È una scelta comprensibile, rendere appetibile al grande pubblico la storia barbosa e verbosa di un gruppo storici e archivisti
è impresa quasi impossibile.
Scelta che però non mi convince più di tanto, principalmente per come si cerca di raggiungere lo scopo.
Gaal Dornick che si appresta a diventare, spero di sbagliarmi, il
"deus ex machina" risolutore di crisi, Salvor Hardin trasformata in un eroe d'azione.
Eppure, se davvero si volesse dare allo spettatore un riferimento, un punto fermo, di certo i personaggi adatti non mancherebbero.
Eto Demerzel o lo stesso imperatore Cleon con la sua dinastia genetica sarebbero perfetti. Ovviamente non posso escludere che
non lo possano diventare nelle prossime puntate, ma quanti "se", troppi.
Sospendere il giudizio sta diventando sempre più difficile.
Continua...