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I sette inferni della visione buddista - Intermezzo I.

10 febbraio 2023

I sette inferni della visione buddista.

Intermezzo I.

Entri nella stanza in penombra, un fascio di luce filtra tra le tavole degli scuri alla finestra disegnando rettangoli sul pavimento, il contrasto di luminosità rende difficile distinguere gli oggetti.
Ti muovi a memoria e ti avvicini al letto in fondo alla camera. Lo spostamento d’aria fa roteare nel raggio di sole spirali di polvere. “Paolo sei tu?” La voce di Matteo è sottile e rauca, resa incerta dal risveglio improvviso.
“Sì sono io, come ti senti oggi?”
“Bene, grazie.” si schiarisce la voce “Ho dormito fino a tardi?”
Spalanchi le ante della finestra. “Sì, è quasi mezzogiorno.”
Matteo non sbatte le palpebre quando la luce gli inonda il viso.
Il sole illumina la stanza, una scrivania piena di piccole figure scolpite nel polistirene malleabile, una sedia a rotelle grigia, un vecchio armadio scrostato con un’anta storta.
La apri e prendi un cambio di vestiti che posi ordinatamente sulla spalliera della sedia.
Matteo muove la testa nel raggio di luce, ha un sorriso triste. “Sento il calore del sole, sembra una bella giornata.” Ti siedi sul letto al suo fianco “Questa notte c’è stato vento forte, ha ripulito il cielo.” Gli arruffi i capelli “È quasi azzurro. Non hai sentito niente, dormiglione? Sembrava che si dovesse ribaltare la casa.” Il suo viso si illumina di uno di quei suoi sorrisi sornioni. Noti che il livido sulla tempia è quasi sparito, ma un brutto alone viola è ancora visibile attorno all’occhio destro. Distogli lo sguardo, non hai voglia di pensarci, non adesso.
Matteo ti spinge via la mano. “Adesso che ci penso sì, ho sentito qualcosa, ma credevo che fossi tu che russavi.”
Scoppi a ridere. “Oggi devo scendere giù al centro, se riesco vorrei fare un salto alla biblioteca, l’ultima volta mi hanno detto che…”
Matteo ti interrompe “Se pa' è d’accordo.”
Esiti a lungo prima di continuare. “Certo, se pa' è d’accordo.”
La luce del sole si fa più pallida, una nuvola di passaggio, certo, ma il tempismo inasprisce la sensazione di gelo che ti senti dentro.
Decidi di far finta di niente e continui a parlare. “L’ultima volta che sono andato alla biblioteca mi hanno detto che sarebbero arrivate delle casse con un po’ di libri nuovi.”
“Da dove vengono?”
“Hanno recuperato delle vecchie edizioni nello scantinato di una libreria giù in città vecchia.
Ce ne dovrebbe essere qualcuno in braille, mi hanno promesso che li avrebbero lasciati da parte.”
Cerchi di recuperare il tono leggero di poco prima “Ovviamente se hanno fumetti quelli sono per me.”
Matteo fa finta di darti uno schiaffo “Quanto sei stupido, tanto poi sei tu che me li devi leggere!”
Scherzate ancora un po’, con le regole non scritte dei giochi tra fratelli. Finte e controfinte, tu con gli occhi chiusi per pareggiare, in una gara di sesto senso che fate da quando eravate piccoli e che Matteo vince sempre. “Sei lento!” si vanta Matteo.
“L’ultima non vale furbacchione.” Ribatti mentre ti alzi e guardi l’orologio: è già tardi.
“Adesso devo andare.” Sposti la carrozzina vicino al letto e prendi nota mentalmente che ha le gomme un po’ sgonfie, ci darai un’occhiata dopo pranzo.
Uscendo dalla stanza ti volti a guardarlo. “Chiamami quando ti devi alzare.”
Si sporge per prendere dalla sedia i vestiti puliti.
“Non ti preoccupare, qui me la cavo da solo, ti raggiungo in cucina.”
Sposta una gamba fuori dal letto tirandola per i pantaloni del pigiama, poi fa la stessa cosa con l'altra.
Lo guardi iniziare le complicate operazioni per vestirsi, accosti la porta e vai via senza dire altro.

Continua...
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